Nel quarto anno di catechesi, nell’anno in cui i ragazzi si incamminano “decisamente” verso la celebrazione del sacramento della Cresima, per ricevere la confermazione dello Spirito Santo, ricevuto in dono già nel Battesimo, la Diocesi, nell’ambito del rinnovamento della catechesi, propone – ai ragazzi ed alle famiglie - di riflettere sulle “Dieci Parole”, da intendersi non come un qualche cosa che pone limiti alla nostra libertà, un peso gravoso da portare, ma piuttosto come delle ali che permettono di prendere il volo, cioè che rendono possibile una libertà più grande.
Cosa dire loro riguardo alle Parole “non rubare” e “non desiderare la roba d’altri”? Per prima cosa, è necessario che si comprenda il valore di ciò che già si possiede - non è scontato poter avere così tante cose, come spesso accade nella vita – e si impari anche a vivere la riconoscenza per ciò che si scopre avere gratuitamente. In secondo luogo, è bene che si percepisca che, dall’essere persone mai contente di ciò che si ha, si arriva in fretta all’essere persone in preda a desideri smodati, che rendono schiavi e portano persino a compiere azioni da tutti riconosciute come sbagliate (come, ad esempio, il rubare)
Abbiamo allora proposto loro – e, insieme a loro anche ai loro genitori – di partecipare ad un incontro, vivendo il quale possano rendersi conto che siamo ….
Amministratori di beni ….. non Padroni!!!!
Fra le “dieci parole”, ci sono quella che dice di NON RUBARE e quella che dice di NON DESIDERARE LA ROBA D’ALTRI. Quando ne sentiamo parlare, immediatamente pensiamo al furto. Certamente ciò è vero, ma c’è altro, c’è ben altro, c’è tanto altro!!!! Tutto quello che abbiamo non ci appartiene. I beni della terra, che Dio ci ha donato, sono destinati a tutta l’umanità. Il mondo è ricco di risorse per assicurare a tutti i beni necessari per vivere. Dio, nell’affidarci la terra, ci ha chiesto di curarla con il nostro lavoro: ci ha chiesto di essere amministratori dei beni che ci ha donato, ci ha chiesto di essere “buoni amministratori”. Eppure, molti vivono in una scandalosa indigenza e la ricchezza del mondo, oggi, è nelle mani di pochi, e la povertà, anzi la miseria e la sofferenza, sono di tanti, della maggioranza. Forse più che “amministratori” ci sentiamo “padroni” del mondo … Ma, c’è una misura per valutare come gestiamo la ricchezza: ciò che si possiede veramente è ciò che si sa donare. Occorre imparare a condividere tutto ciò che abbiamo, perché è solo condividendo che si ama!!! E’ solo condividendo che si vive davvero il comandamento che dice di non rubare!!!! Perché, non rubare” vuol dire: ama con i tuoi beni, approfitta dei tuoi mezzi per amare come puoi. Allora la vita diventa buona e il possesso diventa veramente un dono.
E per concludere il pomeriggio, i ragazzi, con i loro genitori, hanno partecipato ad una merenda un po’ speciale …. alla MERENDA DEI POPOLI!!! Si sono seduti a due tavole: alcuni di loro – erano davvero pochi, come sono pochi quelli nelle cui mani c’è la ricchezza del mondo – si sono seduti alla tavola dei paesi occidentali, i paesi ricchi - altri, i più – come sono la maggioranza coloro che sono in situazione di povertà - si sono seduti alla tavola dei Camerunensi – paese povero. Che differenza, che disparità!!! Quanta abbondanza sull’una e quanta povertà nell’altra!!! Ed allora che fare? Come eliminare tale situazione: ce lo ha detto Gesù – ci ha ricordato don Claudio – CONDIVIDIAMO CIO’ CHE ABBIAMO CON CHI NON HA NULLA O POCO PIU’ CHE NULLA!!! Nessuno rimarrà senza cibo, ma tutti potremo mangiare, e anche in abbondanza!!!! Perché la fame, la sofferenza, il male possono essere vinti solo condividendo ciò che abbiamo, perché solo amandoci senza riserve potremo vivere in pace!!!